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Regione Sicilia: certificazioni di qualità e provenienza attraverso la blockchain

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L’approvazione dell’articolo 6 del collegato alla Finanziaria Regionale apre la strada alle certificazioni dei prodotti agroalimentari prodotti nella Regione, utilizzando la blockchain. Una breve disamina.

L’Assemblea della Regione Sicilia ha approvato, nel collegato alla propria Finanziaria, l’emendamento che prevede la tracciabilità completa della filiera agro-alimentare.

L’articolo 6 del collegato, infatti, apre la possibilità di tracciare, attraverso la tecnologia blockchain non solo la provenienza del prodotto finale ma anche tutti i passaggi di produzione e trasformazione, partendo dalle materie prime. di ogni prodotto agroalimentare “Made in Sicily”.

Questa innovazione, non solo apre la possibilità di valorizzare i prodotti provenienti dalla regione, ma apre dà la per il legislatore di testare in maniera concreta tutti i vantaggi di questa nuova tecnologia che può essere utilizzata per supportare diversi settori. Infatti, nonostante essa è conosciuta prevalentemente come modello di sviluppo delle cripto-valute attraverso il “mining”, la blockchain sta prendendo sempre più piede in diversi settori traversali.

Da quanto si apprende, la partecipazione alla piattaforma blockchain siciliana sarà gratuita per tutti i consumatori, che potranno verificare la filiera del prodotto ed anche per i produttori, i quali potranno scegliere o meno di avvalersi di tale tecnologia. Con il vantaggio di poter valorizzare un prodotto locale certificato da questa piattaforma.

Si tratta di una delle prime sperimentazioni da parte del legislatore in Italia. Se da un lato risulta evidente che attraverso la blockchain si potrà garantire una simmetria informativa del prodotto immesso nel mercato; toccherà alle istituzioni far conoscere e incentivare agli operatori l’utilizzo di tale piattaforma e i vantaggi. Attraverso la piattaforma non solo si garantisce la trasparenza del proprio prodotto: ma soprattutto apre la strada anche ai piccoli operatori di presentarsi su nuovi mercati con un’implementazione tecnologica, normata dal legislatore regionale, la quale garantisce al prodotto una garanzia di qualità in tutto in tutto il processo di produzione e trasformazione, dalla materia prima al prodotto finito.

Come scritto sopra, nonostante essa è conosciuta e associata, prevalentemente, al mondo delle cripto-valute, la blockchain va ben oltre lo sviluppo di queste cripto-valute, potendo essere utilizzata per implementare e migliorare molti processi in diversi settori.

 Molto spesso si parla di blockchain senza comprendere cos’è e com’è realmente strutturata e quali sono le diverse tipologie di blockchain attualmente esistenti.

Preliminarmente serve sgomberare il campo, definire una distinzione sostanziale: esistono le blockchain ed esistono le distribuited ledger technology. Tra le due tecnologie vi è sostanzialmente un rapporto di “species a genus”. La blockchain è un distribuited ledger technology (DLT), ma non tutte DLT sono blockchain.

Sostanzialmente, le DLT sostanzialmente sono un database che si sviluppano su diversi nodi o dispositivi informatici, i quali salvano e replicano una copia del libro mastro. Ciascun nodo o dispositivo mantiene una propria autonomia all’interno del database. Attraverso il consenso tramite il voto si ottiene un algoritmo che aggiorna il database ricopiando il libro mastro in tutti i nodi del sistema.

Le blockchain, partendo dal medesimo funzionamento della DLT, si sviluppano su blocchi chiusi, collegati tra loro e protetti attraverso la criptografia. In questi blocchi si sviluppa il consenso che permette l’aggiornamento. Ad oggi aggiornamento vengono aggiunti nuovi blocchi, immutabili e immodificabili partendo dal hash dell’ultimo blocco aggiunto.

Allo stato attuale esistono due tipi di blockchain: unpermissioned (pubbliche) e permissioned (private). Le blockchain pubbliche non sono controllate da nessun agente, ogni partecipante aggiorna ed allo stesso tempo dispone di tutte le copie, è agente partecipe di tutto ciò che viene approvato e aggiornato, attraverso il meccanismo del consenso. Questa tipologia di blockchain viene utilizzata per lo sviluppo di cripto-valute ed anche come database di documenti immutabili nel tempo, la cui modifica in successivi blocchi, richiede lo sviluppo di un consenso tra i nodi partecipanti.

Diversamente le blockchain private hanno un funzionamento diverso. All’interno della piattaforma vi sono uno o più agenti che attraverso i nodi e dispositivi informatici consentono, attraverso la propria funzione validante, lo sviluppo di nuovi blocchi ed anche di ogni transazione che si svolge all’interno della piattaforma. Il concetto validante del consenso della maggioranza viene, per l’appunto, sostituito da questi agenti che svolgono la funzione di “trusted” all’interno della piattaforma,dando vita ad un sistema di governance interna, indicando anche regole di comportamento da rispettare all’interno della piattaforma. Le blockchain private vengono utilizzate non solo dalle imprese ma anche dalle istituzioni ovvero laddove vi è l’esigenza da parte di un operatore di controllare e gestire tutto ciò che accade all’interno della blockchain.

Alla luce di quanto scritto nonché nell’articolo 6 del collegato alla legge finanziaria siciliana nonché dalle finalità che la norma voglia perseguire, la Regione nella sua funzione di “trusted” dovrebbe sviluppare una blockchain permissioned per garantire la qualità della filiera agroalimentare, ponendosi come agente, all’interno della piattaforma, di certificare la qualità e la localizzazione dei processi produttivi che precedono il prodotto agroalimentare immesso nel mercato.

                                         Dott. Benedetto Fucà      
Analyst at Soft Strategy S.p.A